venerdì 12 gennaio 2018

Il fortuito incontro tra Karen Blixen ed Emiliano Zapata

Ciao!
Oggi, per non farvi annoiare, vi propongo una cosa diversa, ho scoperto nelle mie lunghe giornate a casa da sola che mi piace molto scrivere e forse ho capito che la mia vocazione, in fin dei conti, non è disegnare ma scrivere, quindi mi sono imbarcata in un altro sogno irrealizzabile quello di diventare una scrittrice...non so come mai, forse dipende dai miei geni che sono stati influenzari un po' anche dal mio nome! non vi svelo altro potete leggere tutta la vicenda in questo breve racconto, non poteva mancare un'illustrazione, in fin dei conti questo è un blog dedicato ai fumetti XD.




Io credo che i genitori quando mettono i nomi ai figli non ci pensino poi così tanto, perchè alla fine si fanno prendere da una sensazione, da un attimo e scelgono. Inutili sono i mesi infiniti a fare gli elenchi, a sfogliare libri, a farsi venire in mente un'idea geniale perchè alla fine tutti fanno sempre la scelta più sbagliata. Presi dalla fretta e dall'emozione del momento ti appioppano quel nome là, tanto non sono loro a doverselo portare dietro per tutta la vita.
Non è vera quella credenza che dice che: da quando il nome viene assegnato a te, proprio a te, tutta la storia che c'è dietro svanisce e quell'appellativo diventa il tuo. Se credete in questo, avete letto troppe riviste patinate che vi hanno spento qualsiasi desiderio di pensiero autonomo.
Se vi chiamate Shally perchè era il personaggio della serie TV preferita da vostra madre, porterete per sempre con voi un po' di quell'aria svampita della ragazza bionda della porta accanto, anche solo nell'attimo in cui dovrete giustificare questo appellativo esotico, quando invece siete italiani doc. Menomale che desso, sempre di più, si sta attuando un mix di culture, con le migrazioni dei popoli nel mondo, così se qualche anno fa il nome Aamir era quasi sconosciuto adesso se lo gridate per strada almeno 2 o 3 persone si girano. Anche internet dà una grande mano, troverete che nel mondo ci sono tantissimi Aldomariagiuseppealfonso e non vi sentirete tanto soli.

Sono fortunati quelli che si vedono rinnovare il nome di un nonno, anche se questo si chiamava Benito, almeno è una cosa che rimane in famiglia. Conoscerete benissimo la storia del vostro avo o comunque avrete qualcuno che l'ha conosciuto a cui potrete chiedere, che vi  dirà che era senz' altro un grand uomo. Voi porterete un po' del suo sangue e anche se il nome non vi piace, potete legarlo ad un'idea di famiglia che vi farà comodo nei momenti bui, dandovi coraggio ed un calore inaspettato. E' come se i vostri avi, che hanno portato lo stesso vostro appellativo ,veglino sempre su di voi, o almeno, saprete che se il nome non vi piace, qualcuno altro prima di voi ha dovuto soffrire allo stesso modo.
Sappiatelo, i genitori non servono mai per semplificarvi la vita, al massimo ve la complicano un pochino di più, quando è già tanto difficile da sola, anche solo mettendovi un nome.

Sono sicura che fino ad ora non avete mai pensato a questa cosa ma ogni tanto, sono sicura anche di questo, avreste desiderato chiamarvi in un altro modo, no, non dico in una chat, ma nella vita reale. Non conta farsi cambiare nome all'anagrafe, il vostro primo appellativo è inciso nella vostra mente come fuoco; le vostre cellule cerebrali non lo dimenticheranno tanto facilmente. Ecco perchè si è tanto propensi a farsi dare dei soprannomi e storpiare il proprio nome, per ubriacare il proprio senso critico e fargli pensare che, in fin dei conti, il vostro nome è perfetto.

Io non riesco ancora a farmi una ragione del nome che mi è stato assegnato, lo so, lo so, dovevo essere un maschio ed i miei, all'ultimo momento, hanno dovuto ripiegare su qualcosa. Da mia mamma che era una femminista convinta ed aveva tantissime alternative, tante eroine e donne cazzute, però mi sarei aspettata qualcosa di meglio. Tra tutte queste possibilità però ha scelto Karen..."ma come mai questo nome?", la risposta a questa domanda la ripeto da quando ho cominciato a parlare:"deriva dalla scrittrice Karen Blixen" che in realtà si chiama Karen Dinesen;  Blixen è il suo cognome da sposata, che atto femminista, prendere il nome del marito. Le mie informazioni su di lei finiscono qui, non ho mai voluto, in 30 anni di vita, leggere un suo romanzo o anche informarmi sulla sua biografia, solo pochi anni fa ho visto qualche sua foto. In questo momento, in cui mi ritrovo a scrivere, questo breve racconto, sto leggendo frasi sporadiche su internet perchè non voglio conoscere, non voglio sapere niente di questa persona che mi ha rovinato la vita.
Ah, voi parlate bene e magari vi chiamate Francesca, Maria o Giorgia, ma negli anni '90 qui in Italia non c'erano tante Karen e mi ritrovavo ad essere chiamata: Katia, Carmen e Karim (che poi è un nome da maschio). La cosa che mi faceva più imbestialire era, però, vedere il mio nome con la c. Questa è una mia tara mentale perchè, con il suono non si può capire se ci va una c o una k; esistono tante Erica ma anche Erika e tante Katia ma anche Catia e si pronunciano tutte allo stesso modo. Io, però, proprio non sopporto veder scritto Caren.

Adesso arrivati nel 2018, con i social come grande fratello, che ci spiano senza che nessuno se ne renda veramente conto, non è difficile trovare delle Karen e quando dico, che ho passato un' infanzia di merda per questa cosa, la gente non capisce.
La colpa di tutto ciò e senz' altro di Karen Blixen perchè il mio nome deriva da lei, ed io penso sempre che se mi hanno voluto dare questo appellativo volevano augurarmi una vita come la sua, non so se dal punto di vista di prendere la sifilide e rimpiangere nella mia vecchia l'Africa o se volevano che sposassi qualche nobile per convenienza. Menomale che per il momento non si sta verificando nessuna di queste cose ma non mi va giù che debba essere legata a questo personaggio, sempre e di continuo.
Vi racconto una storia, malauguratamente anche io ho conosciuto un'altra bambina, ora ormai donna, che si chiama Karen ed è tutta colpa mia se le è stato appioppato questo epiteto. Mia nonna aveva la barbara usanza di urlare ripetutamente il mio nome quando era pronto in tavola ed io ero persa nei meandri del giardino a correre dietro ai gatti o piantare chiodi in lerce tavolette di legno. Ancor più malauguratamente una famiglia che stava aspettando una bambina, si era trasferita per un periodo vicino a noi e sentivano il mio nome disperso nell'aria continuamente. Hanno deciso di raccoglierlo e darlo anche alla loro figlia. Quindi questa bambina si chiama Karen perchè una loro vicina aveva una nipote con questo nome,e se questa bambina dovesse odiare il suo nome farebbe brutti pensieri su di me. Forse questo è il motivo della mia sfortuna perenne, ma comunque non ha niente a che fare con Karen Blixen. Lei potrebbe ricercarmi, tanto io abito sempre nello stesso posto, guardarmi negli occhi e dirmene quattro, ma io non posso andare a ritrovare questa scrittrice ormai morta per affibbiarle la colpa.

Sono fermamente convinta che un nome, se collegato ad una persona o personaggio famoso, influenzi in parte la persona che lo riceve, io non voglio essere come Karen Blixen tranne che mi piacerebbe molto essere una scrittrice. Ecco l'ho ammesso e questo dimostra, che il mio pensiero è sensato: i nomi condizionano tutta la vita di una persona.
Qualche anno fa ho avuto il piacere di incontrare un ragazzo il suo nome era, anzi è, semplice ma allo stesso tempo, non banale: si chiama Emiliano. Mi è piaciuto subito, anche se ho avuto sempre il terrore di scriverlo "Emigliano" e farlo andare su tutte le furie. Lui però mi ha detto che l'errore che più spesso commettono quando lo chiamano e urlargli dietro "Massimiliano!". Penso che la gente non ascolta, come si fa a scambiare Emiliano per Massimiliano?! Dopo questa storia non mi sono sentita poi così sola, mi sono detta:" se sbagliano il suo nome, che è così semplice e normale, è normale che il mio viene indovinato solo dal 60% dei miei interlocutori". Con il tempo la % è cresciuta, negli anni '90 era solo il 10%.
No, la storia non finisce qui perchè dopo un po' di tempo che ci raccontavamo i fatti strani della nostra vita, mi confessò che il suo nome non era solo Emiliano ma si chiamava Emiliano Zapata e poi il cognome.
Lui si chiama con: il nome ed il cognome di un personaggio famoso, non può sfuggire, è in trappola, in questo caso non servono le domande "ma come mai questo nome?", è palese!
Per chi non lo sapesse, compresa me, grazie Wikipedia ho scoperto che Emiliano Zapata è un politico e  rivoluzionario messicano, ridistribuì le terre a chi davvero le coltivava, iniziando un movimento contadino per far acquisire diritti ai più poveri.
Suo padre ha voluto chiamarlo così perchè, poco prima della sua nascita aveva letto un libro che parlava di questa figura e senz' altro ne era rimasto molto colpito, gli è piaciuta così tanto che ha voluto dare al figlio quel guizzo rivoluzionario, che infatti caratterizza a pieno l'Emiliano Zapata nato nel 1987.
Ecco, questa si che è la fine del racconto, credo che nella realtà Emiliano Zapata e Karen Blixen non si sarebbero mai potuti conoscere, anche se hanno vissuto tutti e due alla fine dell'ottocento, erano in due continenti diversi ed avevano interessi completamente opposti. Però nel ventunesimo secolo si sono incontrati,  si sono piaciuti e sono andati d'accordo subito; forse questa è una buona cosa, i nomi possono fare incontrare destini diversi e personaggi molto lontani tra loro, in modo inaspettato.

Non è nei miei pensieri fare una figlia ma mi piacerebbe chiamarla Frida...cosa dite? Le auguro una vita di sofferenze ed un unico sopracciglio? Eh si avete ragione, forse dovrei pensare ad un nome che non ha avuto nessuna prima di lei.